Nell’attuale drammatico tornante della storia, usando
un’espressione tipica di Giorgio La Pira, proponiamo perciò di offrire uno
spazio di dialogo ragionato a partire da alcune domande.
Il nostro paradigma culturale ed esistenziale non è segnato profondamente dalla necessità della guerra?
La nostra resistenza al male non
giustifica l’uso delle armi e quindi la guerra come avviene oggi, ad esempio,
con i curdi verso il Daesh e ieri la resistenza al nazifascismo e ogni
oppressione? Non esercita un certo fascino il suono del concerto di musica
classica nella città di Palmira riconquistata dai russi anche se, come dicono
alcune fonti, l’aviazione di Putin ha usato le bombe a grappolo?
Il riferimento a Lincoln, nel discorso di Francesco al Congresso Usa, non riguarda forse l’esistenza di motivazioni umanitarie (la liberazione dalla schiavitù) tali da condurre ad una violentissima guerra civile?
Non possiamo in qualche modo motivare l’uso della forza
senza arrivare a giustificare l’orrore in una spirale senza fine?
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