domenica 6 novembre 2016

Domande per un confronto aperto



Nell’attuale drammatico tornante della storia, usando un’espressione tipica di Giorgio La Pira, proponiamo perciò di offrire uno spazio di dialogo ragionato a partire da alcune domande.

Il nostro paradigma culturale ed esistenziale non è segnato profondamente dalla necessità della guerra? 


  La nostra resistenza al male non    giustifica l’uso delle armi e quindi la guerra come avviene oggi, ad esempio, con i curdi verso il Daesh e ieri la resistenza al nazifascismo e ogni oppressione? Non esercita un certo fascino il suono del concerto di musica classica nella città di Palmira riconquistata dai russi anche se, come dicono alcune fonti, l’aviazione di Putin ha usato le bombe a grappolo?


Il riferimento a Lincoln, nel discorso di Francesco al Congresso Usa, non riguarda forse l’esistenza di motivazioni umanitarie (la liberazione dalla schiavitù) tali da condurre ad una violentissima guerra civile? 
Non possiamo in qualche modo motivare l’uso della forza senza arrivare a giustificare l’orrore in una spirale senza fine? 
  È davvero senza soluzione il dilemma tra la giustificazione della guerra che spalanca inevitabilmente verso l’abisso e la scelta della non violenza assoluta che ci consegna al carnefice come i primi cristiani davanti alle belve fino ad accettare, senza un’azione di difesa, lo strazio delle vittime innocenti?





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