Papa Francesco invita continuamente a riconoscere le cause reali della guerra che sono legate al potere dei soldi. Invita a non cedere alla tentazione di giustificare l’uso della violenza armata con motivazioni religiose ma denuncia tale pretesa come blasfema pur invitando a riconoscere lo stato di guerra planetario alimentato dalla diseguaglianza e dall’economia che uccide la Terra. Come ogni grande catastrofe avvenuta nella storia, la scintilla destinata ad accendere l’olocausto, scocca in contesti apparentemente banali.
Ma prima ancora di affrontare la complessità pervasiva del
complesso militare industriale e finanziario, bisogna approfondire in maniera
esigente l’attualità della lezione di Thomas Merton che si pone esplicitamente
in alternativa al cosiddetto realismo cristiano di ascendenza agostiniana
promosso da Reinold Niebuhr.
Lontano da ogni rozza teorizzazione mitologica
dell’impero del male, il celebre teologo protestante riconosceva la necessità
talvolta di dover condurre la guerra senza negarne tuttavia l’orrore e gli
effetti paradossali (“agisco per realizzare il diritto e provoco ingiustizie”).
Una visione che ha ispirato, per sua stessa ammissione, Barack Obama, come conferma
il discorso pronunciato dal presidente Usa al momento di ricevere, per restare
nel paradosso, il premio Nobel per la pace nel 2009.


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